Ponte Ognissanti in Islanda

Ponte Ognissanti in Islanda

1 Ottobre 2014 0 Di gnius

ponte ognisanti in islandaIl ponte di Ognissanti è l’occasione giusta per prendersi qualche giorno di relax dal lavoro e dalla quotidianità. Grazie alle compagnie lowcost, è possibile pianificare anche viaggi in Europa e non solo gite fuoriporta. Tra le mete perfette per un weekend lungo c’è l’Islanda, raggiungibile facilmente in poche ore d’aereo, che offre ai suoi visitatori panorami e attrazioni molto particolari.
Durante il viaggio in Islanda, sarà impossibile non fermarsi in una taverna o in un ristorante tipici per assaggiare e gustare la cucina locale. L’enogastronomia di questa nazione è molto lontana dalla nostra: la dieta mediterranea, a queste latitudini, non è facile da seguire, anche perché le materie prime a disposizione non sono paragonabili a quelle del bacino mediterraneo.

I piatti islandesi si basano soprattutto sul pesce, che rappresenta una grande risorsa per questa terra che, a latitudini così elevate, deve fare i conti con un clima particolarmente rigido per lunghi periodi. L’attività ittica è tra le principali fonti di reddito per l’Islanda, che è anche riuscita a creare una rete di pescatori piuttosto sviluppata, in grado di produrre una quantità di pescato tale da poter anche essere esportata. Raggiungendo Djupivogur, un piccolo paese di meno di 500 anime sulla costa sud orientale del Paese, è possibile passeggiare in un tradizionale borgo di pescatori, in cui tutti gli abitanti si dedicano a quest’attività.
Inoltre, va considerato che l’Islanda non è sempre stato un Paese ricco: fino al secolo scorso la povertà era molto diffusa, l’economia stentava a soddisfare le esigenze interne e le famiglie hanno dovuto inventare una cucina che, seppure frugale, doveva fornire un grande apporto calorico ed energetico per affrontare il freddo.
Tuttavia, nonostante sia il pesce la materia prima della cucina islandese, che sta comunque evolvendosi per andare incontro alle esigenze di un turismo in continua crescita, non mancano i piatti di carne, preparati utilizzando specie come gli agnelli o i montoni, animali che, in linea generale, riescono a sopravvivere e a essere allevati anche a temperature rigide.

ponte ognissanti in islanda1Nel cuore di Reykjavik, capitale islandese posizionata sulla costa sud occidentale della grande isola, si trovano innumerevoli locali in cui fermarsi per pranzo o per cena. Per gustare la vera cucina tradizionale, è necessario allontanarsi dalle zone più chic e turistiche della città, dove i ristoranti si stanno adeguando ai palati internazionali, accantonando quella che è da sempre la vera tradizione islandese.
Tra i piatti tipici, spicca l‘hákarl: a descriverlo non ha l’appeal di altre pietanze, perché altro non è che carne di carne di squalo che viene lasciata putrefare sotto la sabbia per almeno 6 mesi in modo tale da raggiungere il punto giusto di decomposizione, ma chi l’ha assaggiato assicura che si tratta di una prelibatezza. Gusto forte e deciso, anche per il súrsaoir hrútspungar, ossia i testicoli del montone che vengono preparati come se fossero una torta, non prima di averli fatti macerare qualche ora a bagno nel siero del latte.

Certo, si tratta di pietanze lontane dalla nostra cucina, ma non per questo meno prelibate. Chi è già stato in Irlanda, assicura che un altro piatto da provare assolutamente è il bloomör, un insaccato di sangue di pecora che viene preparato avvolgendolo nel grasso del rognone per poi essere ricucito all’altezza del diaframma. Un piatto per stomaci forti, ma dal gusto vellutato e intenso, di difficile associazione.
Tra i piatti più raffinati, invece, c’è il gravlax, ossia il salmone marinato con l’aneto, che viene servito con senape panna e miele.
Ovviamente, è necessario chiedere il menu almeno in doppia lingua (islandese/inglese) per evitare di ordinare piatti di cui non si conosce la composizione e che, uno stomaco delicato, potrebbe non apprezzare, ma dopo un pasto a base dei piatti tradizionali, passeggiare per le cittadine islandesi sarà ancor più piacevole, perché il freddo sembrerà meno intenso.